Pronunciandosi su un ricorso presentato avverso la sentenza con cui la Corte d’appello aveva confermato la sentenza con cui il GUP aveva assolto dal reato di omicidio stradale il conducente di un’autovettura che, viaggiando in prossimità della linea di mezzeria, a velocità di poco superiore a quella consentita nel tratto di strada interessato, su asfalto reso viscido dalla pioggia e dissestato, aveva urtato violentemente un ciclomotore che marciava sulla corsia opposta e che stava immettendosi su una strada laterale, la Corte di Cassazione penale, Sez. IV con la sentenza del 5 giugno 2024 n. 22587 nell’accogliere la tesi del Procuratore generale presso la Corte d’appello e della difesa delle parti civili, che avevano contestato le sentenze di merito mostrando contrarietà alla ricostruzione della dinamica dell’incidente e, l’esistenza del nesso causale tra la condotta e l’evento, ha affermato il principio secondo cui, da un lato, il principio della cosiddetta causalità della colpa impone di ritenere ascrivibile all’autore a titolo di colpa non qualsiasi evento riconducibile causalmente alla condotta pericolosa ma solo quello evitabile con la condotta non pericolosa, dovendosi accertare il rapporto tra casualità tra la condotta colposa e l’evento verificando la riconducibilità dell’evento determinato dalla condotta trasgressiva di una regola cautelare nel novero di quegli eventi che la stessa norma mirava a scongiurare.
AVV- VITO DANIELE CIMIOTTA – AVVOCATO PENALISTA
🟡 𝗔𝘃𝘃. 𝗩𝗜𝗧𝗢 𝗗𝗔𝗡𝗜𝗘𝗟𝗘 𝗖𝗜𝗠𝗜𝗢𝗧𝗧𝗔 𝗔𝗩𝗩𝗢𝗖𝗔𝗧𝗢 𝗣𝗘𝗡𝗔𝗟𝗜𝗦𝗧𝗔 𝑽𝒊𝒐𝒍𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒊 𝒈𝒆𝒏𝒆𝒓𝒆, 𝒕𝒖𝒕𝒆𝒍𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒅𝒐𝒏𝒏𝒂 𝒗𝒊𝒕𝒕𝒊𝒎𝒂 𝒅𝒊 𝒂𝒃𝒖𝒔𝒊 𝒆 𝒄𝒐𝒅𝒊𝒄𝒆 𝒓𝒐𝒔𝒔𝒐 🔲